RECENSIONE a
“GRUNGE” di JD HURT
SINOSSI
Grunge:
è la parola che mi contraddistingue meglio.
Vengo dalla sporcizia. Eppure questo non significa
che io non desideri una vita migliore.
La bramo per mia sorella Froggy. Prima o poi farò
come Kurt Cobain e me la pelerò da questa Aberdeen che conosce solo droga e
miseria.
Prima c’è un ostacolo che devo superare: la
ragnatela che i fratelli Franklin hanno intessuto attorno alla mia anima.
Sono Kim Merright e ho solo diciassette anni,
eppure me ne sento addosso duemila.
Grunge:
è ciò che sono, un ragazzo sporco che non ha saputo
difendere il fratello. Sono il minore, il pupo da salvare. Un chitarrista con
le corde interiori rotte.
Ma quando la sera incombe su Aberdeen io non voglio
essere salvato.
Voglio perdermi negli errori.
Voglio perdermi nella droga.
Purtroppo mio fratello vuole ancora proteggermi.
Per questa ragione l’ha portata nella nostra casa.
Mi chiamo Asa Franklin; la guardo aggirarsi per le
stanze coi miei stupidi occhi da diciannovenne.
Eppure sono ancora quel bambino. Merito di non
crescere mai.
Merito di morire.
Grunge:
è ciò che suono insieme a mio fratello. Sono il
bassista dei No Massificated People.
Ma quando sorge il sole su Aberdeen so di essere un
niente con le gambe.
Purtroppo devo diventare tutto. Sono esausto, ma
devo sforzarmi di lottare per Asa.
Salverò mio fratello.
Lo farò regalandogli lei.
Non la guarderò.
Non la spierò.
Non le parlerò nemmeno.
Io sono Salem Franklin e devo imparare a chiudere
gli occhi. Purtroppo la vedo con la mente.
E la odio. La odio per tanti motivi.
RECENSIONE
Come sempre i romanzi di JD Hurt sono pugni nello
stomaco e come tali o li ami o li eviti. Non è che io sia masochista, ma riesco
a passare oltre la barriera di violenza che inonda sempre le sue pagine nonché al
linguaggio scurrile e cupo e riesco a vedere chi c'è dietro, quali sentimenti
ha voluto esprimere, quali drammi.
Questa volta ho faticato più del solito a lasciarmi
alle spalle le ingiustizie della vita e le sue schifezze, perché qui ne ha
descritte un bel po', oppure sono semplicemente in un periodo in cui ne
sopporto meno io, tuttavia ho tenuto botta perché conosco la penna e so che
dietro il buio incontro sempre la luce.
E vi assicuro che vedere oltre Salem e Asa non è
facile e lo sa bene Kim che pian piano impara ad amare entrambi i fratelli.
Perché quando si toccano certi tasti, come la violenza sui bambini, è davvero
dura riuscire ad andare oltre. La tentazione di chiudere il libro è forte in
questi casi. Eppure, ho dato ascolto a Kim e all'autrice e ho guardato Salem
che sembra un ragazzo sporco, corrotto, tossico, manipolatore e tutto ciò che
di brutto si può immaginare. Andando oltre sono stata catturata…
In questa storia però c'è un MA grande come una
casa. Salem è un sopravvissuto, un eroe, un supereroe che si fa toccare e
sfruttare da tutti ma che nessuno vede. Perché a volte per vedere bisogna
aprire gli occhi e aprendoli si scoprono anche le proprie mancanze e si è
costretti a crescere, quando va bene. Quando va male invece ci si scopre dei
mostri.
Sono criptica, lo so. Con i romanzi di Elena è così.
Dopo tanti dark mafia stavolta ha scritto un music, ma se non amate i dark non leggete
nemmeno questo, perché le sue pagine sono per stomaci forti, oltre che per
occhi e cuore ben spalancati. Se invece siete in grado di andare oltre allora
fatelo perché lei è una garanzia. Si entra nelle sue pagine in un modo, si
viene centrifugati nella melma e nel buio e magicamente si esce ripuliti e con
la voglia di fare meglio.
Ah, dimenticavo, si parla anche e tanto di musica.
Per chi ama Kurt Cobain e il grunge questa è una rivelazione e chi ne ha solo
sentito parlare e vuole conoscere il genere quale migliore occasione di questa.
Consigliatissimo!!!
VOTO
Libro 5 stelline
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