sabato 27 marzo 2021

 RECENSIONE a     

“LA CAMERA CELESTE” di Anna Viale

 


NOTIZIE UTILI

TITOLO: La camera celeste

AUTORE: Anna Viale

EDITORE: Gilgamesh edizioni

ANNO PUBBLICAZIONE: 2021

PAGINE: 193

PREZZO DI COPERTINA: 2.99 €

GENERE: Thriller psicologico

 

 

SINOSSI

Livia e Flaminia sono due sorelle che vivono a Roma, hanno una vera passione per i classici e l’ornitologia e nello sgabuzzino un’ingombrante valigia piena di soldi ereditata dal padre, avvocato e ciurmatore assai poco compianto…

… Alla strada hanno sempre preferito il salotto di casa e del mondo sanno poco e nulla.

Invece Zelvira, ai tempi compagna di scuola di Livia, è una tipa sveglia e Flaminia ne subisce il fascino: telefonini, trucchi, ragazzi; la leggerezza, finalmente!

Una leggerezza che le porterà a Pisa e Livia dietro a loro, all’inseguimento, ma il tutto avviene, appunto, con la leggerezza che è la cifra stilistica dell’intero romanzo.

Un romanzo che scivola dalla realtà al sogno, andata e ritorno, che scorre, a tratti carsicamente, senza strappi, con la dolcezza senza tempo della fiaba e un’ironia tutta moderna, consapevole e sorniona, a cui è deputato il compito di indorare un’amarezza di fondo che assume così i contorni di un piccolo incubo.

Uno sguardo lineare che tende all’allontanamento e da cui spontaneamente scaturisce il surrealismo.

Un surrealismo a pastelli, attraversato da suspence e mistero. La tinta, inutile dirlo, è celeste…

 

 

RECENSIONE

Premetto che non è un libro facile da leggere sia per quanto riguarda i contenuti, sia per lo stile narrativo. Il surrealismo citato nella trama non va infatti sottovalutato, ed è con questo spirito che va affrontato il cammino proposto in queste pagine.

Le protagoniste sono due sorelle romane, Livia e Flaminia. La prima è la maggiore e sembra avere il governo della casa e della sorella, l’altra è la leggerezza e l’ingenuità fatta persona. Alla morte del padre le due ragazze rimangono sole e la loro vita si ferma: non lavorano, non studiano, non escono praticamente di casa, rifuggendo anche amicizie e possibili infatuazioni, sempre dietro la regia di Livia.

Tutto grazie al lascito del padre: una fantomatica valigia piena di soldi che custodiscono nello sgabuzzino.

Tutto fino a quando nella loro vita entra Zelvira, una vecchia compagna di scuola che mostra loro il mondo fuori da quelle mura. Facile dire che Flaminia ne subisce il fascino e scappa con la nuova amica portandosi dietro la valigia. Livia è subito dietro a loro.

Una storia al limite della ragione, che viaggia sui binari dell’ossessione e del malato rapporto fra le due sorelle. Una storia sicuramente diversa dalle solite, originale, forse anche un po' stravagante, eppure pian piano, se si accettano le “stranezze” stilistiche e narrative, ci si rende conto di essere trasportati con grande facilità nel mondo disturbato e fobico di queste due donne e, dopo un po', camminando insieme a loro si inizia anche a capirle.

Lo consiglio a chi ha voglia di giocare con la letteratura, di osare, di lasciarsi trasportare non solo nelle favole ma anche nella psiche umana con tutte le sue sfumature.

 

 

VOTO

Libro   4 stelline

 

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