RECENSIONE a
“LA CAMERA CELESTE” di Anna Viale
NOTIZIE UTILI
TITOLO: La camera
celeste
AUTORE: Anna Viale
EDITORE: Gilgamesh
edizioni
ANNO PUBBLICAZIONE: 2021
PAGINE: 193
PREZZO DI COPERTINA: 2.99
€
GENERE: Thriller
psicologico
SINOSSI
Livia e Flaminia sono due sorelle che vivono a
Roma, hanno una vera passione per i classici e l’ornitologia e nello sgabuzzino
un’ingombrante valigia piena di soldi ereditata dal padre, avvocato e
ciurmatore assai poco compianto…
… Alla strada hanno sempre preferito il salotto di
casa e del mondo sanno poco e nulla.
Invece Zelvira, ai tempi compagna di scuola di
Livia, è una tipa sveglia e Flaminia ne subisce il fascino: telefonini,
trucchi, ragazzi; la leggerezza, finalmente!
Una leggerezza che le porterà a Pisa e Livia dietro
a loro, all’inseguimento, ma il tutto avviene, appunto, con la leggerezza che è
la cifra stilistica dell’intero romanzo.
Un romanzo che scivola dalla realtà al sogno,
andata e ritorno, che scorre, a tratti carsicamente, senza strappi, con la
dolcezza senza tempo della fiaba e un’ironia tutta moderna, consapevole e
sorniona, a cui è deputato il compito di indorare un’amarezza di fondo che
assume così i contorni di un piccolo incubo.
Uno sguardo lineare che tende all’allontanamento e
da cui spontaneamente scaturisce il surrealismo.
Un surrealismo a pastelli, attraversato da suspence
e mistero. La tinta, inutile dirlo, è celeste…
RECENSIONE
Premetto che non è un libro facile da leggere sia
per quanto riguarda i contenuti, sia per lo stile narrativo. Il surrealismo
citato nella trama non va infatti sottovalutato, ed è con questo spirito che va
affrontato il cammino proposto in queste pagine.
Le protagoniste sono due sorelle romane, Livia e
Flaminia. La prima è la maggiore e sembra avere il governo della casa e della
sorella, l’altra è la leggerezza e l’ingenuità fatta persona. Alla morte del
padre le due ragazze rimangono sole e la loro vita si ferma: non lavorano, non
studiano, non escono praticamente di casa, rifuggendo anche amicizie e
possibili infatuazioni, sempre dietro la regia di Livia.
Tutto grazie al lascito del padre: una fantomatica
valigia piena di soldi che custodiscono nello sgabuzzino.
Tutto fino a quando nella loro vita entra Zelvira,
una vecchia compagna di scuola che mostra loro il mondo fuori da quelle mura.
Facile dire che Flaminia ne subisce il fascino e scappa con la nuova amica
portandosi dietro la valigia. Livia è subito dietro a loro.
Una storia al limite della ragione, che viaggia sui
binari dell’ossessione e del malato rapporto fra le due sorelle. Una storia
sicuramente diversa dalle solite, originale, forse anche un po' stravagante,
eppure pian piano, se si accettano le “stranezze” stilistiche e narrative, ci
si rende conto di essere trasportati con grande facilità nel mondo disturbato e
fobico di queste due donne e, dopo un po', camminando insieme a loro si inizia
anche a capirle.
Lo consiglio a chi ha voglia di giocare con la
letteratura, di osare, di lasciarsi trasportare non solo nelle favole ma anche
nella psiche umana con tutte le sue sfumature.
VOTO
Libro 4 stelline
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