RECENSIONE a
“RAPITA A VENEZIA” di Elsa Zambonini
SINOSSI
Traffici di terre rare (litio) e di armi con
l’Africa movimentano il romanzo, che comprende anche pagine più narrative, con
una storia d’amore un po’ particolare. Lei bionda, bella, con gli occhi
azzurrissimi, lui meticcio, bronzeo, molto attraente, con pettorali e cervello
eccellenti: binomio non scontato. Oltre alla prestanza fisica infatti, Alaba
parla un ottimo italiano ed è un pittore nigeriano colto e interessante. La
famiglia di lei non è entusiasta della relazione, in particolare la madre, che
è un concentrato di rigurgiti razzisti. Il loro rapporto nasce e si rafforza
mentre conducono una lunga, difficile e pericolosa indagine sulla scomparsa di
Gigliola, una coraggiosa ragazza rapita quando stava per denunciare il suo
direttore corrotto.
Si tratta anche di un affresco di famiglia,
contemporaneo, in una vasta casa nobiliare sul Canal Grande, in cui si vive una
vita semi patriarcale (o semi matriarcale) con tre nuclei abitativi, ma
frequenti occasioni di convivialità comune. Le due anziane sorelle Revegnin,
dopo molti anni di separazione in cui hanno avuto vite diversissime, si
riuniscono nella casa natale dove riallacciano un rapporto con venature
sadomasochiste, che ricalca le modalità della loro giovinezza. Incombe su tutta
la famiglia la figura dell’ex-marito della minore, padre di Alaba, uno
strabordante sciamano nigeriano che, anche dall’Africa, trova il modo di
avvelenare la vita di tutti i Revegnin.
Ai grandi misteri che incombono sul rapimento, si
aggiunge quello che riguarda il nigeriano Alaba, che non ha mai conosciuto la
sua vera madre bianca, essendo stato abbandonato in fasce.
RECENSIONE
Ho tanto amato questo romanzo, che ne ho rallentato
la lettura dopo la metà cominciando contemporaneamente a leggerne un altro
perché mi facesse compagnia più a lungo. Ben scritto, emozionante e
convincente, mi ha coinvolto sia per la vicenda gialla, che per i rapporti
psicologici intensi che si intrecciano fra i personaggi ben disegnati.
Appassionante fino all’ultima riga.
VOTO
Libro 5 stelline
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