RECENSIONE a
“SALOTTO VS STADIO. Versus series. Vol 3” di JD Hurt
SINOSSI
Se dici Roma, tutti pensano al sole, al Colosseo, a
lunghe gite a Villa Borghese.
Beati voi che siete così ingenui.
In realtà ci sono anche quelli come me. Lo Stadio è
la mia culla, gli ultras il mio credo.
Rabbioso, così mi chiamano quelli che mi conoscono.
Lei è l’unica capace di gridare il mio nome.
È una contessa, una signorina del centro che si
finge trasgressiva.
Le farò abbassare le penne, perché non ho altro da
fare.
Lo farò, perché si accompagna a un pezzo tutto
sbagliato della mia infanzia.
Lo farò, perché lei è lei. Aurora Crescenzi. Il suo
nome ricorda l’inizio della giornata.
La renderò una fine, un tramonto.
Ancora meglio. La renderò come me: una notte fonda.
Si è fissato con me.
Mi odia.
Mi tormenta.
Ma io non sono quella che crede. Contessa solo di
nome, sono un’anarchica di fatto.
Tutto ciò che è borghese mi fa schifo. I centri
sociali e la ribellione sono quello a cui ambisco.
Anche se sono fidanzata con un conte.
Anche se mia madre mi dà il tormento affinché sposi
quel conte.
Anche se credod’amare il dannato conte.
Allora perché esco con lui? Perché gli do bordone?
È un rabbioso. È un fascista.
È Vinicio Conti.
E non ha un perché nella mia vita.
Il fatto è che lui, adesso, c’è e proprio non vuole
andare via.
RECENSIONE
Eccomi all'ennesimo romanzo di JD Hurt che considero
una grandissima autrice perché tocca tematiche forti, spesso violente, anche
antipatiche, come in questo caso, eppure lo fa sempre in maniera unica. Un
calcio nello stomaco e un abbraccio all'anima sarebbe la definizione giusta.
Stavolta siamo alle prese con gli estremismi
politici e il tifo ultrà, quello cattivo, sporco che nulla ha a che fare con la
bellezza dello sport.
I protagonisti sono Aurora e Vinicio che sembrano
essere agli antipodi, lei contessina della Roma bene, colta e ricca, almeno in
apparenza, ingabbiata in un rapporto finto, quasi obbligato con un ragazzo del
suo ceto; lui invece è un borgataro senza speranze né sogni, che ha perso il
padre in tragiche circostanze e lo incolpa dei guai che hanno investito lui e
la madre da allora e sfoga la rabbia come meglio crede.
Lo scontro fra i due è inevitabile. Ribollono
entrambi e sono pronti a scoppiare. Eppure, qualcosa li cattura, li ferma in un
certo senso e da quel momento niente potrà più essere come prima.
"Si, l'aurora non bacia chi è immerso nel buio.
Però la luce, ogni tanto, filtra dalle tapparelle."
È possibile un amore fra due persone tanto diverse?
In genere forse no, almeno se uno dei due non è disposto a cambiare. Ma forse
qui uno dei due è pronto da sempre per farlo.
"Ti amo così tanto da sforzarmi di capire chi
sono, o almeno chi voglio essere."
Ho amato il romanzo, anzi, mi correggo, all'inizio
ho odiato Vinicio, proprio non lo sopportavo, per non parlare di lei e delle
sue spigolosità. Poi sono entrata dentro le logiche della storia e ho amato
alla follia l'evoluzione di uno dei personaggi. Quel lento processo di
cambiamento che percorre tutto il libro. A tratti sembra non cambiare affatto,
altre volte sembra addirittura fare passi indietro. Eppure, il protagonista
della fine è tutt'altro rispetto a quello delle prime pagine.
Che altro dire? Leggetelo!!!!!!
VOTO
Libro 5 stelline
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