sabato 12 aprile 2025

 

RECENSIONE a     

“SALOTTO VS STADIO. Versus series. Vol 3” di JD Hurt

 


SINOSSI

Se dici Roma, tutti pensano al sole, al Colosseo, a lunghe gite a Villa Borghese.

Beati voi che siete così ingenui.

In realtà ci sono anche quelli come me. Lo Stadio è la mia culla, gli ultras il mio credo.

Rabbioso, così mi chiamano quelli che mi conoscono.

Lei è l’unica capace di gridare il mio nome.

È una contessa, una signorina del centro che si finge trasgressiva.

Le farò abbassare le penne, perché non ho altro da fare.

Lo farò, perché si accompagna a un pezzo tutto sbagliato della mia infanzia.

Lo farò, perché lei è lei. Aurora Crescenzi. Il suo nome ricorda l’inizio della giornata.

La renderò una fine, un tramonto.

Ancora meglio. La renderò come me: una notte fonda.

Si è fissato con me.

Mi odia.

Mi tormenta.

Ma io non sono quella che crede. Contessa solo di nome, sono un’anarchica di fatto.

Tutto ciò che è borghese mi fa schifo. I centri sociali e la ribellione sono quello a cui ambisco.

Anche se sono fidanzata con un conte.

Anche se mia madre mi dà il tormento affinché sposi quel conte.

Anche se credod’amare il dannato conte.

Allora perché esco con lui? Perché gli do bordone?

È un rabbioso. È un fascista.

È Vinicio Conti.

E non ha un perché nella mia vita.

Il fatto è che lui, adesso, c’è e proprio non vuole andare via.

 

RECENSIONE

Eccomi all'ennesimo romanzo di JD Hurt che considero una grandissima autrice perché tocca tematiche forti, spesso violente, anche antipatiche, come in questo caso, eppure lo fa sempre in maniera unica. Un calcio nello stomaco e un abbraccio all'anima sarebbe la definizione giusta.

Stavolta siamo alle prese con gli estremismi politici e il tifo ultrà, quello cattivo, sporco che nulla ha a che fare con la bellezza dello sport.

I protagonisti sono Aurora e Vinicio che sembrano essere agli antipodi, lei contessina della Roma bene, colta e ricca, almeno in apparenza, ingabbiata in un rapporto finto, quasi obbligato con un ragazzo del suo ceto; lui invece è un borgataro senza speranze né sogni, che ha perso il padre in tragiche circostanze e lo incolpa dei guai che hanno investito lui e la madre da allora e sfoga la rabbia come meglio crede.

Lo scontro fra i due è inevitabile. Ribollono entrambi e sono pronti a scoppiare. Eppure, qualcosa li cattura, li ferma in un certo senso e da quel momento niente potrà più essere come prima.

"Si, l'aurora non bacia chi è immerso nel buio. Però la luce, ogni tanto, filtra dalle tapparelle."

È possibile un amore fra due persone tanto diverse? In genere forse no, almeno se uno dei due non è disposto a cambiare. Ma forse qui uno dei due è pronto da sempre per farlo.

"Ti amo così tanto da sforzarmi di capire chi sono, o almeno chi voglio essere."

Ho amato il romanzo, anzi, mi correggo, all'inizio ho odiato Vinicio, proprio non lo sopportavo, per non parlare di lei e delle sue spigolosità. Poi sono entrata dentro le logiche della storia e ho amato alla follia l'evoluzione di uno dei personaggi. Quel lento processo di cambiamento che percorre tutto il libro. A tratti sembra non cambiare affatto, altre volte sembra addirittura fare passi indietro. Eppure, il protagonista della fine è tutt'altro rispetto a quello delle prime pagine.

Che altro dire? Leggetelo!!!!!!

 

VOTO

Libro   5 stelline

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